ENRICO SPERZAGNI

Tra i fondatori della Camera del Lavoro si ricorda Enrico Sperzagni che ne diventa successivamente il presidente. Una sua relazione del 16 marzo 1896, in occasione della riunione annuale della Commissione esecutiva, offre l’opportunità di tracciare un breve excursus della situazione occupazionale nella nostra provincia alla fine del 1800, appena prima dell’avvento dell’età giolittiana.

All’adunanza, oltre al presidente Sperzani, sono presenti il segretario Carlo Valla, il vice Alfonso Martini, il cassiere Carlo Pionetti, l’economo Domenico Pollastri, nonché i componenti dell’Ufficio Centrale, una quarantina di persone rappresentanti i più disparati gruppi d’arti e mestieri, quali i commessi, i tipografi, i barbieri, i sarti, i muratori, i manovali, i verniciatori, i fabbri, i legatori, i facchini.

La Camera del Lavoro piacentina dispone di varie commissioni che operano per il collocamento, per gli arbitrati, per le statistiche e rappresentano l’organizzazione  presso il Municipio e la Camera di Commercio. In base ai dati forniti all’assemblea si evince che il 1895 è anche per Piacenza e provincia un anno difficile, caratterizzato da una marcata disoccupazione soprattutto nelle campagne. In città sono oltre mille le persone collocate nelle svariate attività ma il dato che balza più evidente, a sottolineare il difficile momento, è che ben 900 sono state assunte provvisoriamente. Ma l’analisi del Presidente è rivolta soprattutto al mondo rurale dove si evidenziano difficoltà ad aprire ed a far funzionare le succursali soprattutto per la natura dei contratti agrari che presuppongono numerosi distinzioni diverse tra loro (obbligati, disobbligati, giornalieri, avventizi) e quindi con differenti soluzioni contrattuali.

La Camera del Lavoro – dice Sperzagni – avrebbe dovuto far osservare ed applicare integralmente i patti colonici e gli accordi stabiliti tra fittabili, proprietari e dipendenti che, faceva notare il Presidente, quasi mai sono rispettati. Occorre perciò in pratica intervenire con consigli e proposte tra le parti. Al termine della relazione, il tipografo Sperzagni invita a prendere coscienza del risveglio della classe operaia e del suo spirito di difesa contro i crescenti soprusi e rimarca, nell’agitarsi della questione sociale, il dovere nel non restare indietro nella lotta.

 

Bibliografia:

Giuseppe Romagnoli, Difficile trovare lavoro nella Piacenza di fine Ottocento, in Il Piacenza.it, 29 ottobre 2017