Arsenale
Nel luglio del 1911 viene costituita a Piacenza l’Officina di Costruzioni di Artiglieria, convogliando in un unico organismo il Laboratorio Principale per le riparazioni dei carri armati, il Laboratorio Artifizi per la preparazione di cariche di lancio ed artifizi vari e il Laboratorio Caricamento proiettili, dislocato a circa 2 km. dalla città di Piacenza e conosciuto con il nome di “Pertite” dal nome dell’esplosivo utilizzato. Quest’ultimo laboratorio sarà purtroppo protagonista di due gravi incidenti dovuti ad esplosioni che causarono numerose vittime: il primo nel settembre del 1928, il secondo nell’agosto del 1940. La Pertite, negli anni della Prima Guerra, oltre al personale militare impiegava circa 650 operaie, ed in quello vicino denominato della Balistite operavano circa un migliaio di donne. Altri laboratori funzionavano a Castelvetro e Pontenure con 450 operaie.
Con lo scoppio della prima guerra la Direzione d’Artiglieria assume anche la funzione di centro di smistamento e favorisce la crescita dei settori meccanico e siderurgico che beneficiano degli ordini dello Stato: la Bubba di Rottofreno inizia a lavorare per l’esercito, così come anche la Orio si dedica alla produzione di materiale bellico.
Nel 1926 l’Officina di costruzioni d’artiglieria diventa Arsenale Regio Esercito e vive un periodo florido che la porta ad avere 700 dipendenti, prendendo in carico la costruzione di cannoni, mortai, obici e supporti per il trasporto e la manovra dei cannoni. Tra il 1931 e il 1932 l’Arsenale amplia la propria struttura una prima volta, per poi ampliarsi nuovamente nel 1940 arrivando da Porta San Raimondo, dove in un’area attigua sorgeva l’ospedale militare, a Porta Sant’Antonio ed impiegando circa 3.000 operai, di cui gran parte familiari dei militari al fronte.
Nel ’44 l’Arsenale, arrivato a contare circa 4.000 operai, diede un notevole contributo alla Resistenza piacentina grazie all’intervento diretto di molti operai-partigiani: gli operai del reparto tipografico resero anche possibile la stampa de Il Martello (giornale clandestino comunista), portando fuori, un po’ alla volta, i caratteri di piombo e le spaziature necessarie.
Nel 1995 anche l’Arsenale confluirà nel Polo di Mantenimento Pesante Nord.
Bibliografia, Sitografia
V. Pollastro, L’industria piacentina, un’analisi per settori (1861-1939), in “Bollettino storico piacentino”, CXVIII, Piacenza, Tipleco, 2023
S. Fontana, Astra its history 1946-2006. 60., Piacenza, Grafiche Cesina, 2006
G.L. Basini, M. Cattini, L’industrializzazione a Piacenza dal 1860 al 1940, Associazione degli industriali della provincia di Piacenza, 1985
https://www.esercito.difesa.it/
https://resistenzamappe.it/piacenza/pc_resistenza